domenica 31 gennaio 2016

Stufato alla Sangiovannese



Questa ricetta l'avevo scoperta da loro qualche anno fa, è da allora che mi riproponevo di prepararlo, e quando ho visto l'appuntamento fissato al Calendario del Cibo Italiano, non ho avuto più scuse!
Ho studiato un poco la ricetta, valutandone diverse sul web, poi prendendo spunto da qui e da Tommaso ed Ilaria (come dicevo sopra), ho preparato una mia versione, sperando di non essere andata fuori tema!
Le origini di questo piatto risalgono all'inizio del 1900, quando alcuni operai delle fabbriche di questa zona, amanti della cucina, iniziarono a preparare lo spezzatino con le interiora degli animali
Pare che uno di questi, arruolato nell'esercito per la guerra in Libia, portò con sé la ricetta e la arricchì di spezie del luogo.
Al suo ritorno la propose agli amici più volte e anche nei saloni della Basilica di Sangiovanni, proprio da qui prese il nome di Stufato alla Sangiovannese.
Il piatto si è rivelato un vero successo, il profumo, il sapore e la consistenza della carne, visto la lnga cottura, sono indescrivibili, un piatto sicuramente da conoscere!

Questa ricetta partecipa al Calendario del Cibo Italiano organizzato dall'AIFB, Associazione Italiana Food Blogger, iniziativa davvero lodevole che promuove la conoscenza del cibo italiano e dei suoi ingredienti .
Non voglio dimenticare di segnalare che:
l'Ambasciatrice della giornata dello stufato alla Sangiovannese è Maria Pia Bruscia detta MAPI per il Calendario del Cibo Italiano – Italian Food Calendar.



Ingredienti per 4 persone

800g di carne di vitello (bocconcini)
1 cipolla
1 costa di sedano
1 carota
1 mazzetto di prezzemolo
1 spicchio di aglio
1 scorza di limone biologico
200ml di vino rosso toscano
1 cucchiaino di concentrato di pomodoro
sale e pepe
noce moscata  e cannella
olio evo

brodo di carne di vitello e verdure




Il brodo di carne da utilizzare nella ricetta è stato preparato il giorno precedente con un pezzetto di cosa di bovino e un ossa di zampa di vitello,come aromi aggiungere cipolla con chiodo di garofano, carota, sedano e aglio. Aggiustare di sale.


In un un tegame di coccio o di alluminio (così viene citato) scaldare 3-4 cucchiai di olio evo, aggiungere le verdure  e la scorza di limone, il tutto tritato molto bene.

Far soffriggere per qualche minuto,  unire la carne, che verrà rigirata più volte a fiamma viva fino a quando non sarà ben rosolata e ricoperta dal trito aromatico.

Sfumare con il vino rosso.

Aggiungere il concentrato di pomodoro, e le spezie.

Bagnare con il brodo, coprire la carne, mettere il coperchio abbassare la fiamma e cuocere per almeno 4 ore, facendo attenzione che non asciughi troppo, allungare con il brodo se dovesse accadere.

Aggiustare di sale e pepe.

Servire ben caldo con  pane toscano, utile a fare "la scarpetta".

sabato 30 gennaio 2016

Challah per Re-cake


Questo mese a Recake è di scena la cucina ebraica, e in particolare si parla di Challah.
Ho sempre pensato che questo pane fosse solo a forma di treccia, a tre capi o a cinque, invece qui è a forma di  roselline, un cerchio di roselline ed è una meraviglia.
Di cucina ebraica mi piacerebbe saperne di più, ma una specie di timore reverenziale mi assale ogni volta che voglio provarci, essendo strettamente legata alla religione e conoscendo i miei limiti in termini di conoscenza in merito.
Lo stesso fu quando all'inizio del mese ci fu la proposta del Challah, poi dopo aver visto che anche la Comunità Ebraica di Bologna (qui), pubblica la ricetta, ho deciso di cimentarmi.
Mi sono attenuta completamente alla ricetta, ho aromatizzato però con la lavanda, utilizzando un miele alla lavanda acquistato in Provenza e dei fiori essiccati.


Il profumo e l'aspetto è ottimo, grazie ragazze!



Per una challah di 24 cm di diametro

500 g di farina
10 g di sale
25 g zucchero semolato
9 g di lievito secco attivo
1 uovo grande
40 ml di olio vegetale
40 g miele di lavanda
120 ml di acqua tiepida (minimo e variabile in base al tipo di farina)

2 cucchiai di miele di lavanda diluito con 1 cucchiaio di acqua bollente

fiori di lavanda essiccati


Setacciare la farina nella ciotola, aggiungere il sale e mescolare bene. Aggiungere il lievito e mescolare ancora fino a quando sarà completamente incorporato. Aggiungere lo zucchero, l'uovo, l'olio e il miele e impastare.

Aggiungere gradualmente l'acqua fino a quando l'impasto è morbido.

Ungere una ciotola con un po' olio, formare una palla con l'impasto, ungere leggermente anche l'impasto, coprire con pellicola e lasciare lievitare fino al raddoppio, circa un'ora a un'ora e mezza.
Rivestire una teglia con carta da forno e ungere i lati.

Mettere al centro della teglia un coppa pasta di 5 cm di diametro.

Dividere l'impasto in 2 parti uguali e stendere ogni parte fino a quando non si raggiunge uno spessore di mezzo cm (o anche meno).

Con un coppa pasta da 12 cm, ricavare tanti cerchi.

Per fare le rose: utilizzare quattro cerchi di 12 cm e metterli in fila, sovrapponendoli uno all'altro per circa 1cm. Cospargere con qualche fiore di lavanda e arrotolare a partire dal cerchio in basso, formando un cilindro. Per stringere il cilindro, rotolare delicatamente sulla superficie di lavoro.

Usando un coltello affilato, tagliare il rotolo a metà. Posizionare ogni pezzo, con il lato piatto verso il basso nella teglia, lasciando circa 2-3 cm tra loro.

Preparare  rose fino a finire l'impasto (basterà per una teglia diam 24), posizionarle nella teglia diam 24cm foderata con carta forno e con al centro il coppa pasta.

Cuocere per 25 minuti in forno ben caldo (180°C ) funzione lievitati.

Preparare la glassa: sciogliere il miele in acqua bollente.

Appena sfornato pennellare la superficie dello challah con la glassa  e cospargere qualche fiore di lavanda.

Ottimo appena sfornato, quando è ancora tiepido, ma anche nei giorni successivi se scaldato al microonde per 20 sec.

Con questa rucetta partecipo al Re-Cake 2.0

giovedì 28 gennaio 2016

Beef Pie



Il Beef Pie, è una specie di torta salata con ripieno di carne di manzo.
E' un classico della cucina anglosassone, e per questo ogni paese di lingua e cultura inglese ha la sua ricetta.
Questo piatto è molto comune in Australia e in Nuova Zelanda ed entrambi  oltre a presentarlo in casa a tavola, sono abituati a considerarli street food, per questo preparano delle mono porzioni, comode da poter portare e consumare ovunque!
I neozelandesi,organizzano ogni anno dal 1997 il New Zeland Pie Awards, un premio per  premiare I migliori produttori di pie del paese e per incoraggiare nuove versioni per questa ricetta che può essere quasi considerata un piatto nazionale.

I primi pie fecero la loro comparsa in Inghilterra alla fine del XIIsecolo, ma il termine non appare sull’Oxford English Dictionary  fino al XIV secolo.
Il pie può essere considerato una torta (dolce o salata) a base di pasta sfoglia (o pasta lievitata), farcita con diversi ripieni, e cotta al forno.
Possono essere di due tipi: farciti in modo tale che il ripieno è visibile, cioè vi è solo la pasta sul fondo, oppure con il doppio strato di pasta, in modo che il ripieno rimanga all'interno di questo scrigno.
Qui ho trovato ricetta e informazioni.

Giusto per non sbagliare, ho provato sia la monoporzione che la piccola torta salata...



Ingredienti per 4 persone

2 confezioni di pasta sfoglia
600g di carne di manzo tagliato a pezzetti
20 g burro
1 cipolla tritata
1 carota tagliata  a cubetti
2 cucchiai farina
3 cucchiaini di concentrato di pomodoro
2 cucchiaini di salsa Worchester
50 ml di vino bianco secco
100 ml brodo di carne
20ml di latte




In  una casseruola sciogliere il burro a fiamma bassa e  soffriggere la cipolla per 3-4 minuti. Aggiungere la carne dopo averla cosparsa di farina e rosolarla a fiamma alta. Sfumare con il vino bianco.
Aggiungere  il concentrato di pomodoro e  la salsa Worcester, e versare sopra la carne il brodo. Portare a bollore, sempre rimestando, quindi ridurre il calore.

Cuocere senza coperchio per 5-10 minuti, o fino a che la salsa  che si è formata risulti molto densa e ben legata alla carne.
Lasciare raffreddare.

Foderare il fondo di 4 formine diametro 12 con la pasta, spennellando i bordi con acqua. Distribuire la carne sulla pasta, dopo averla forata con i rebbi di una forchetta.
Coprire con la pasta rimasta, pressando bene i bordi, pizzicandoli con le dita.
Praticare una fessura al centro del coperchio di pasta, per lasciar fuoriuscire il vapore durante la cottura e spennellare la superficie con latte.

Cuocere in forno già caldo a 190° per 20 minuti, o fino a che il tortino sia bene dorato, mettere le teglie non al centro del forno ma verso il basso sul primo ripiano, in moodo che il fondo non risulti umido.

E' possibile anche fare una sola torta, con la pasta sfoglia sul fondo mentre sulla superficie si dispone strisce di pasta intrecciate.


Con questa ricetta partecipo all'Abbecedario Culinario Mondiale, organizzato da Trattoria MuVarA.
Questa tappa, la  W sta per WELLINGTON (Nuova Zelanda, Oceania) - ed è ospitata da Monia  del blog Gata da plar

mercoledì 27 gennaio 2016

Belin, Tanti Auguri!

Buon compleanno Ale!!!

Tanti auguri da tutta la banda dell'MTC, un vero piacere festeggiare insieme a te questa data importante - sai che siamo coscritte e quindi nemmeno sotto tortura dirò il numero magico ;)

Ecco qui un pensiero tutto per te...

Grazie a Mai e a Dani pensacuoca!

lunedì 25 gennaio 2016

Risotto di verza e nduja


Questa settimana la rubrica Light and Tasty parla di Riso o meglio di Risotto!
Cosa intendiamo per risotto?
Risotto è un modo di cucinare il riso, aggiungendo liquidi bollenti poco alla volta, mescolando o meno (a seconda delle teorie )
Pare che il riso sia stato portato dagli Spagnoli, gli Aragonesi,  a Napoli nel XIV secolo.
Fu così conosciuto dai napoletani che iniziarono a consumarlo come piatto unico, non riuscendo però mai a soppiantare il consumo dell'amata pasta. Poi per ragioni di clima e coltivazione  emigrò al Nord dove peraltro già lo conoscevano come farmaco e come ingrediente per dolci, e qui si stabilì, favorito dall'abbondanza d’acqua, per lui indispensabile per crescere bene. La fonte è qui.
Il risotto è un primo piatto tipico italiano, può essere cucinato con tutte le verdure possibili, carni e pesci, proprio per questo risulta molto versatile e apprezzato da tutti.
La  caratteristica principale è il mantenimento dell'amido durante la cottura che si gelatinizza e lega i chicchi tra loro, creando un composto cremoso dalla consistenza unica.
Esistono varietà di riso più adatte a questo tipo di cottura, personalmente vi consiglio Arborio, Baldo, Carnaroli,  Vialone nano).
Ma passiamo alla ricetta, un poco particolare perchè unisce un classico risotto del nord, riso e verza con la magica Nduja, salume piccante tipico calabrese, che viene prodotto sull'altopiano del Poro, in provincia di Vibo Valentia.
A mio parere l'accoppiata è stato un successo, vi invito a provarlo!





Ingredienti per 2 persone

160g di riso carnaroli
150g di verza tagliata e listarelle
1/2 scalogno
100ml di vino bianco
2 cucchiai di olio evo
15g di nduja
brodo vegetale





Preparare il brodo: inserire tutte le verdure, e far bollire a fiamma dolce per un'oretta, salare solo alla fine.
Mondare la verza e tagliare a listarelle, tenere da parte due foglie esterne per servire il riso, lavare bene ed asciugare con carta assorbente facendo attenzione a non ammaccare le foglie
Scaldare 2 cucchiai di olio, inserire lo scalogno tritato, la verza e cuocere con un poco di brodo per circa 1-2 minuti.
Quando il brodo è evaporato, tostare il riso, sfumare con il vino bianco a fuoco alto.
Iniziare la cottura mescolando e aggiungendo man mano  il brodo ben caldo.
Cuocere per circa 17-20 minuti.
Togliere dal fuoco e mantecare con la nduja, mescolando accuratamente.
Servire in piatti individuali utilizzando la foglia di verza come contenitore, volendo sbriciolare un poco di nduja sulla superficie.
Una possibile presentazione è servirlo in una foglia di verza cruda.


ecco le altre proposte di risotti...


Risotto con astice e funghi porcini di Carlo Emilia

Risotto al limone col Bimby di Cinzia

Risotto al finocchio e polvere d'arancia di Consuelo

Risotto con i carciofi al forno di Daniela

Risotto alla bieta  di Eva

sabato 23 gennaio 2016

Passato di cicerchie con pancetta affumicata croccante, pistacchi e pepe rosa


Questa ricetta è una mia elaborazione di un paio di anni fa, ci tenevo proporla all'MTC.
Non avevo ancora pubblicata sul mio blog questa sfida mi sembrava l'occasione giusta, grazie Vittoria che me ne hai dato la possibilità!
Volevo preparare una crema di legumi un po' diversa e per questo ho provato le cicerchie, era la prima volta che le utilizzavo e sono state una piacevole scoperta, da allora spesso finiscono sulla mia tavola.
E' molto gradevole al gusto, la pancetta croccante rompe l'omogeneità della consistenza morbida del passato, i pistacchi e il pepe rosa non sono solo decorazioni colorate, ma danno un contributo sostanzioso sia dal punto di vista aromatico sia dal punto di vista del sapore.


Ingredienti per 4 persone

250g di cicerchie essiccate
100 g di pancetta tesa affumicata
4 cucchiai di olio evo
1 carota
1 scalogno
1 gambo di sedano
pepe rosa
pistacchi
sale
pepe nero

brodo vegetale



Le cicerchie vengono lasciate in ammollo almeno 1 notte ed è consigliabile cambiare l'acqua per 3 volte.

Il brodo vegetale viene preparato mettendo 1 carota, 1 zucchina, 1 gambo di sedano, 1 cipolla, 1 patata piccola in 3 litri di acqua fredda, far bollire a fuoco dolce per circa 1 ora con coperchio

Preparare un trito di carote, scalogno e sedano.
In una casseruola scaldare olio evo e 3 fette di pancetta tritate, rosolare il trito di verdure e qualche bacca di pepe rosa, aggiungere le cicerchie, mescolare con cura.
Coprire con il brodo di verdura, 1 litro circa, mettere il coperchio e cuocere a fuoco basso per 2 ore, controllando che non si asciughi, le cicerchie tendono ad assorbire il brodo, aggiungerne altro se necessario.
Giunto a cottura, aggiustare di sale e spegnere il fuoco.
Attendere una mezz'oretta e poi passare al mixer.

Nel frattempo tostare la pancetta rimanente in una padella antiaderente ben calda, girandola da entrambi i lati fino a renderla croccante, asciugarla su carta da cucina.

Tritare i pistacchi in pezzi non troppo fini.

Versare la vellutata nei piatti, aggiungere pepe nero macinato fresco, decorare con la pancetta croccante, i pistacchi e qualche bacca di pepe rosa.

Servire subito.

Con questa ricetta partecipo alla cinquantatreesima sfida dell'MTC:



venerdì 22 gennaio 2016

Honeycomb o Hokeypokey


HONEYCOMB in inglese significa favo, in pratica le cellette che le api preparano per depositare il miele, lo stesso nome lo riservano per dei dolcetti a base di zucchero che contengono tanti forellini al loro interno, presentandosi come una caramella croccante e dolcissima.
Questo dolce zuccherino originario della Gran Bretagna, viene servito tal quale a fine pasto o in accompagnamento al gelato alla crema oppure utilizzato per diverse preparazioni di pasticceria,tipo coperture o farciture di torte.
Si può utilizzare lo sciroppo d'acero o il miele, quest'ultimo viene consigliato dal mitico chef Gordon Ramsey (qui), ma il risultato è molto simile.
Questi stessi vengono serviti pure in Nuova Zelanda ma vengono chiamati Hokey pokey (qui), anche in questo paese vengono serviti con il gelato e addirittura esiste pure un gusto chiamato così!
Da preparare sono velocissimi e a fine pasto li ho serviti con il caffè, sia tal quali sia ricoperti con una copertura al cioccolato fondente, soprattutto questi ultimi si sono volatilizzati!
La prossima volta però li utilizzerò come elemento croccante all'interno di un dolce freddo, mi sembra che sia il loro utilizzo migliore.

La ricetta l'ho copiata da Stefania del blog Arabafelice in cucina, una garanzia, mi ricordavo di questa ricetta e finalmente sono riuscita a replicarla!



Ingredienti

100 g di miele d'acacia
125 g di glucosio liquido (Brix 82°)
250 g di zucchero semolato
5 cucchiai di acqua
un cucchiaino colmo di bicarbonato di sodio
1 cucchiaino di olio di mandorle

cioccolato fondente




In una pentola a bordi alti inserire lo zucchero, il glucosio, il miele e l'acqua.

Scaldare a fuoco basso fino a quando tutto lo zucchero è ben sciolto, poi alzare la fiamma e inserire il termometro.

Portare a 150°C (temperatura ottimale per ottenere un prodotto croccante e non gommoso).

Aggiungere il bicarbonato dopo averlo passato al setaccio per evitare i grumi (già tendono a formarsi a contatto con lo zucchero caldo).

Attenzione a non scottarsi, con l'aggiunta del bicarbonato il composto tende ad alzarsi.

Mescolare lentamente (facendo attenzione, si deve cercare di evitare la rottura delle bolle!).
Versare l composto  in un contenitore foderato con carta forno unta con olio di mandorle.
Non toccare più!

Lasciare raffreddare un paio di ore.



Rompere in tanti pezzetti con un coltello.

Per ricoprire con cioccolato, sciogliere il ciocco al microonde, facendo attenzione a non bruciarlo, e immergere i pezzetti nel cioccolato fuso.

Posizionarli su carta forno fino a a quando non si sono asciugati (sarebbe meglio temprare il cioccolato, ma visto la velocità con cui vengono consumati forse è una fatica inutile, se invece volete regalarli è meglio procedere con il temperaggio, qui)

Con questa ricetta partecipo all'Abbecedario Culinario Mondiale, organizzato da Trattoria MuVarA.
Questa tappa, la  W sta per WELLINGTON (Nuova Zelanda, Oceania) - ed è ospitata da Monia  del blog Gata da plar

mercoledì 20 gennaio 2016

Minestra insolita di fagioli con l'occhio e crespelle al farro


Ecco la mia seconda proposta per l'MTC, la sfida più avvincente del web!
Questo mese si va di zuppe e minestre, ormai lo sanno tutti, la rete è ormai invasa e tutto grazie a Vittoria!
Questa ricetta è quella della nonna, la mia nonna, grandissima appassionata di cucina,che viveva con la mia famiglia e passava la maggior parte delle ore in cucina.
Prediligeva piatti semplici, il brodo di carne e il sugo di fagioli erano i suoi piatti preferiti, a cui aggiungeva questi "fagiolini di carne" per renderli più saporiti e apprezzati.
Non so se questi "fagiolini di carne" fossero una sua trovata o dove l'avesse imparata da qualcuno, fatto sta che amplificano il sapore, rendendo questi piatti unici.
Ho pensato di riproporre questa minestra per la sfida aggiungendo le crespelle al farro, (la mia nonna di solito metteva la gramigna -una specie di spaghettini forati corti),   un elemento "cool" in modo da svecchiarla un poco.
Ma passiamo alla ricetta...



Ingredienti per 4 persone

Minestra
100g di fagioli con l'occhio secchi
1 carota
1 cipolla piccola
1 canna di sedano
1 cucchiaino di concentrato di pomodoro
3 cucchiai di olio evo
sale e pepe
prezzemolo tritato

Fagioli di carne
50g di lombo di maiale
50g di Parmigiano reggiano grattugiato
1 uovo
1 pizzico di sale

Brodo vegetale
1 carota
1 canna di sedano
1 zucchino
1 scalogno
1 pomodoro
1 cucchiaio di olio evo
sale

Crespelle al farro
(4 crespelle diam.25)
1 uovo
125ml di latte
60g di farina di farro
10g di burro fuso
sale

La sera prima mettere in ammollo i fagioli con l'occhio in abbondante acqua, dopo averli sciacquati.

Il giorno successivo, preparare il brodo di verdura: mondare tutte le verdure mettere in acqua, portare a bollore e continuare per almeno 1 oretta, spegnere e aggiustare di sale. aggiungere un giro di olio.

Mentre bolle il brodo, preparare le crespelle: sgusciare l'uovo, aggiungere la farina di farro, sbattendo con una frusta allungare con il latte e infine aggiungere il burro fuso, in questo modo non dovrebbero formarsi grumi. Aggiustare di sale. Lasciare riposare almeno 30 minuti in frigo.
Ungere con un goccio di olio una padella antiaderente a fondo spesso, scaldare a fuoco medio, versare 2 cucchiai di pastella, lasciare rapprendere  e infine girare la crespella. Lasciare raffreddare.
Avvolgere a rotolo ogni crespella e tagliare le tante tagliatelle di circa 1cm.

Per la preparazione della minestra: tritare sottilmente la cipolla, a cubetti la carota e il sedano. Scaldare in una pentola l'olio evo, aggiungere le verdure, rosolare, inserire i fagioli scolati, il concentrato di pomodoro e coprire con il brodo vegetale.
Lasciare cuocere  a fuoco basso e con coperchio per 1ora e 30 minuti circa (assaggiare i fagioli, per valutare la cottura, al limite aggiungere 10-15 minuti, non di più altrimenti si sfaldano). Solo a fine cottura  aggiustare di sale e pepe.

Mentre la minestra cuoce, preparare i fagioli di carne: tritare a coltello il lombo di maiale, in modo da ottenere una crema di carne, unire il formaggio grattugiato e l'uovo, mescolare bene. Aggiustare di sale.
Portare a bollore il brodo di carne rimasto, con un cucchiaino da caffè prendere una porzione di composto e gettarlo nel brodo bollente, quando torna a galla, attendere circa 30 secondi e poi scolare.
Fare così con tutto il composto.

Unire alla minestra calda i fagioli di carne e le crespelle tagliate.
Servire subito dopo aver aggiunto un poco di prezzemolo tritato.

Con questa ricetta partecipo alla cinquantatreesima sfida dell'MTC:

lunedì 18 gennaio 2016

Pan d'arancia



Questa ricetta è tipica della Sicilia, ho avuto la ricetta da una mia cara amica, ed era da tanto che volevo provarla, mi incuriosiva l'uso dell'arancia in toto, buccia, succo e fibre presenti negli spicchi. Sulla ricetta si diceva di tagliare a metà il frutto e di frullarlo,... be io non ho osato tanto, mi è sembrato più corretto cercare di evitare il più possibile le pellicine bianche, per evitare il retrogusto amaro.
Il risultato è un dolce molto aromatico, ideale per la colazione, morbido nella consistenza e velocissimo da preparare.
Già durante la preparazione e la cottura il suo profumo inebriante riempie la casa e rimane nell'aria dopo averlo sfornato... già solo per quello va replicato!
Da non dimenticare poi il sapore, semplice e delizioso, se consumato dopo una spolverata  di zucchero a velo, goloso e raffinato, se farcito con crema al cioccolato o ricoperto da una glassa agli agrumi.

Questa ricetta partecipa alla settimana degli agrumi del Calendario del Cibo Italiano organizzato dall'AIFB, Associazione Italiana Food Blogger, iniziativa davvero lodevole che promuove la conoscenza del cibo italiano e dei suoi ingredienti .
Non voglio dimenticare di segnalare che:
l'Ambasciatrice della settimana degli agrumi è Aurelia Bartoletti  per il Calendario del Cibo Italiano – Italian Food Calendar.




Ingredienti

1 arancia
250g di farina debole
100g di mandorle
125g di zucchero semolato
125g di zucchero di canna
50ml di acqua
100ml di olio di semi di girasole
1 bustina di lievito
3 uova
2 cucchiai di zucchero semolato

zucchero a velo


Frullare le mandorle con i due cucchiai di zucchero semolato.

Pelare l'arancia con il pelapatate, mettere nel frullatore la buccia e il resto dell'arancia pelato al vivo , (senza le pellicine bianche, in pratica) e frullare al massimo per 10-15 sec.

Nella planetaria o con uno sbattitore elettrico montare le uova intere con lo zucchero semolato e di canna, per almeno 5 minuti, aggiungere poi gradatamente l'acqua, che deve essere tiepida per non smontare il tutto.

Unire il ordine e a cucchiaiate le mandorle tritate, la farina setacciata con il lievito, l'arancia frullata, per ultimo l'olio.
Inserire in uno stampo da plumcake (25cm x 12cm) foderato con carta forno bagnata.

Cuocere in forno  già caldo a 180°C per 40-45 minuti funzione lievitati.




Insalata di finocchi, arance, melagrana e noci


Oggi la rubrica Light and Tasty tratta di arance, un frutto di stagione che possiede mille proprietà!
Si prosegue con il periodo di disintossicazione dalle feste e dalle abbuffate, così abbiamo pensato di proporre questo frutto, ideale allo scopo.
Sono ricche di Vitamina C, e per questo rafforzano il sistema immunitario contro l’attività di virus (soprattutto nella stagione invernale) e batteri, combattono l’attività dei radicali liberi e contengono antiossidanti, come gli antociani e un flavonoide (Esperdina), ottimale per migliorare le funzioni cardiovascolari.
Per potere meglio assorbire meglio questa vitamina  è consigliabile mangiare le arance con la loro pellicina bianca (quella amara, per intenderci), infatti contiene la rutina che favorisce l’assimilazione di questa vitamina..
Un frutto ottimo dal punto di vista della salute e buonissimo al gusto... non lasciamoci scappare l'opportunità di consumarlo in quantità...questo è il mese giusto!
Passiamo alla ricetta, una semplice insalata, ma molto gustosa che ho visto sul web (qui) in questi giorni e me ne sono innamorata, ecco la mia versione



Ingredienti per 2 persone

1 arancia

1 finocchio

100g di songino

melagrana

noci

olio evo





Tagliare il finocchio, tenere solo la parte interna, tagliare a cubi e mettere in acqua freddissima (per renderlo croccante).

Tagliare l'arancia al vivo, togliendo scorza e pellicina bianca, affettare poi a rondelle.

Mondare il songino, lavarlo con acqua fredda.

Sgranare la melagrana.

Unire il tutto in una zuppierina, mettere anche i gherigli di noce e condire con un filo di olio extravergine d'oliva.


ecco le altre proposte...


Pollo con arancia e zenzero  di Carla Emilia

Succo Ace col Bimby di Cinzia

Insalata dolce di arance noci datteri di Eva

Filetto di salmone all'arancia in crosta di sesamo di Consuelo

Scaloppine di pollo all'arancia  di Daniela

Insalata d'arancia finocchio e radicchio di Tania

sabato 16 gennaio 2016

Passato di fave con zucca e catalogna al peperoncino


Questa ricetta la presento per la sfida dell' MTC, lo scorso mese ha vinto la Vitto (La cucina Piccolina), e dato che è speciale, ha scelto un tema favoloso: le zuppe e la minestre!
In questo periodo del'anno niente può essere di più azzeccato!
In famiglia l'argomento è stata apprezzato da tutti, nonno compreso (di solito è il più criticone) e si è sbafato tutte le mie prove e controprove...
Ma partiamo subito con la mia prima ricetta: un passato di fave, a cui ho aggiunto un poco di piselli secchi e spinaci per accentuare la colorazione verde, in accompagnamento ho aggiunto catalogna e zucca (in modo che l'amaro e il dolce si compensino) , saltate in padella con peperoncino piccante
Per questa ricetta ho preso spunto dallo chef Sadler, nel suo libro "Menu a quattro stagioni", naturalmente ho fatto qualche aggiunta e variazione- ho inserito la zucca- e a mio parere ci stava proprio alla grande!


Ingredienti per 4 persone
250g di fave secche
70 g di spinaci freschi
70 g di piselli secchi spezzati
1 cipolla media
1/2 cespo di catalogna
2 fette di zucca
olio evo
peperoncino in polvere
sale




Mettere in ammollo la sera prima le fave sbucciate in abbondante acqua fredda.

Tritare la cipolla, scaldare 3 cucchiai di olio in una casseruola, unire la cipolla e lasciare soffriggere a fuoco basso per qualche minuto. Aggiungere le fave scolate e i piselli secchi, per ultimi gli spinaci,
Ricoprire con acqua a filo degli ingredienti e far cuocere per 1 ora e mezza a fuoco basso.

Nel frattempo mondare la zucca e tagliarla a piccoli cubetti, saltare in padella per qualche minuti, aggiustando di sale e peperoncino.

Cuocere la catalogna in abbondante acqua bollente per circa 5-8 minuti, dopo averla pulita, lavata, aver tolto il gambo bianco e tagliata della lunghezza di 5-7 cm.
Togliere dall'acqua bollente e passarla subito in una ciotola con acqua e ghiaccio in modo da fissare la clorofilla. Saltare in padella per qualche minuti, dopo averla strizzata, aggiustando di sale e peperoncino.

Passare la minestra di fave al frullatore  (io ho utilizzato quello ad immersione).

Mettere il passato nelle fondine da servire, mettere al centro la catalogna e tutt'attorno i cubetti di zucca, versare un filo d'olio, prima di portare in tavola.

Con questa ricetta partecipo alla cinquantatreesima sfida dell'MTC:

venerdì 15 gennaio 2016

La Pistà ad Grass - Pesto di lardo


Il lardo di maiale è quel prodotto salato, aromatizzato (a volte) e stagionato, che deriva dalla grasso che si trova appena sotto allo strato cutaneo del dorso, soprattutto, ma anche del collo e della parte alta dei fianchi. Un tempo, ma non poi tanti anni fa, veniva consumato spesso e faceva parte della dieta dei contadini, un modo per aumentare le calorie quando la fame era tanta e il cibo scarso.
Veniva anche utilizzato come condimento, nelle minestre e  nei contorni di verdura.

Qui a Piacenza però è ancora in uso e spesso lo si trova nelle gastronomie soprattutto sotto forma di "Pistà".
Questa è una ricetta non ricetta, nel senso che le dosi sono a piacere, però è essenziale che ci siano tutti gli elementi e tutti freschi e di qualità visto che possono essere consumati anche senza cottura.

Consiglio un lardo già salato e stagionato, con una bella vena magra centrale e di prepararlo a coltello senza l'uso del mixer, in modo da poter scaldare la lama per evitare che il grasso si attacchi alla lama ed ottenere un risultato il più omogeneo possibile, deve sembrare una crema.
Personalmente lo uso nella ricetta di pasta e fagioli alla piacentina (Pisarei e fasò) oppure come antipasto abbinato a crostoni di polenta calda, crostini, piadina, tigelle e chi più ne ha più ne metta!

Questa ricetta partecipa alla settimana del Maiale del Calendario del Cibo Italiano organizzata dall'AIFB, Associazione Italiana Food Blogger, iniziativa davvero lodevole che promuove la conoscenza del cibo italiano e dei suoi ingredienti .
Non voglio dimenticare di segnalare che:
 l'Ambasciatore della settimana del maiale è Corrado Tumminelli per il Calendario del Cibo Italiano – Italian Food Calendar.
Pistà ad grass, servita su crostoni di polenta calda e miele


Ingredienti
(dosi sono a piacere,
non esiste ricetta codificata)

100g lardo stagionato e salato

20 steli di prezzemolo

1 spicchio di aglio

sale





Tritare il lardo a coltello,  scaldando la lama sciacquandola con acqua calda  e asciugandolo subito dopo, fino a renderlo quasi ad una crema.

Tritare separatamente un mazzetto di prezzemolo con 1 spicchio di aglio.

Unire entrambi i composti, amalgamandoli in modo omogeneo.

(E' possibile unire anche un pugno di mollica di pane bagnata nell'aceto e strizzata molto bene).

Tratto da: La Cucina Piacentina e i suoi migliori interpreti di Alfredo Morosetti ed.DC&E


lunedì 11 gennaio 2016

Insalata tiepida di carciofi e feta con vinaigrette all'arancia


Oggi la rubrica di Light and Tasty parla di Insalate!
E già, dopo tutte le abbuffate di questi giorni di festa appena trascorsi, urge una dieta disintossicante... e quindi cosa c'è di meglio di una bella insalata presentata come piatto unico?

Ho deciso di utilizzare i carciofi, ortaggi di stagione, e cuocerli in modo da avere un'insalata tiepida più adatta a questo periodo dell'anno.
Si possono usare sia i carciofi freschi, molto più saporiti, e allora consiglio di seguire questo video per la preparazione, oppure per praticità usare quelli surgelati.
La scelta è caduta sui carciofi anche per le loro proprietà: sono infatti regolatori dell’appetito, hanno effetto diuretico e sono consigliati per risolvere problemi di colesterolo, diabete, ipertensione, sovrappeso e cellulite. Sono  molto apprezzati per le caratteristiche toniche e disintossicanti, e quindi ideali per la nostra rubrica, in questi momenti.
Ho aggiunto anche feta, un formaggio greco che mi sembra molto adatto nelle insalate per la sua consistenza, qualche mandorla e bacca goji (quest'ultima manca nella foto, perchè quelle che avevo ero un poco ossidate e quindi brutte da vedere).
Ma passiamo alla ricetta...

Ingredienti per 1 persona

4 cuori di carciofo
2 arance
70g di feta
olio evo
sale
mandorle a scaglie
bacche goji






Vinaigrette: sciogliere un pizzico di sale nel succo di mezza arancia, unire un cucchiaio di olio e  emulsionare con una forchetta, sbattendo bene, o con un frullatore o con il bimby (20 sec a vel 8). Mettere in una brocchetta da portare poi in tavola.

Cuocere i carciofi  per circa 20 minuti in acqua e succo di mezza arancia.
Nel frattempo tostare in padella antiaderente le mandorle a scaglie, fare attenzione  a non bruciacchiarle e quando sono del colore gradito togliere dalla padella e mettere su un piatto freddo, in modo che la tostatura si arresti.
Tagliare a cubotti la feta.
A cottura ultimata , scolare carciofi e tagliarli in due o quattro a seconda delle dimensioni.
Mettere sul piatto di portata, decorato con fette d'arancia, con feta, cospargere di bacche Goji e di mandorle tostate.
Portare subito in tavola con la vinaigrette a parte.

Vediamo un po' le altre proposte...

Insalata tiepida di gamberi di Carla Emilia

Insalata di arance alla siciliana di Cinzia

Carpaccio di ananas e pompelmo rosa con gamberetti di Consuelo

Insalata con mela e noci  di Daniela